La cronaca del 2019

Ventinove, ma non li dimostra.
Cronache di un concorso annunciato
di Fabrizio Sebastian Caleffi

Diamo i numeri? Diamo i numeri: questa è la 29ma edizione dei Pre mi Hystrio a cui hanno partecipato 224 giovani attori per il Premio allaVocazione e 106 sono stati i candidati al Premio Scritture di Scena. Ora siamo in cronaca diretta. Fra attrici e attori under 30, autrici e autori under 35 per riconoscimenti assegnati da quasi trent’anni, anche se emozioni, soddisfazioni, delusioni dei giovani partecipanti li fanno sembrare molti meno. La gara della vocazione è cominciata con le preselezioni a Roma e a Milano. La primavera profuma di sogni di scena. Trascritti o raccontati. Lettura di copioni, confronti di giuria, audizioni di selezione, sembra ci siano da sempre, come il Gay Pride, Santa Klaus e il Salone del Mobile.
Milano, Scuola Teatri Possibili, come a Roma al Teatro Studio Argot: «Che brani ci presenti, stai un po’ più indietro per favore». E nelle sale del Teatro e della Scuola si avvicendano ragazzacci innocenti come fragole, una deliziosa liceale, sobrie diplomande, coraggiosi autodidatti, affezionati recidivi. Poi, i risultati: la short list. Tra romani e milanesi, sono quaranta. Nomi e primi piani li trovate nelle pagine precedenti. Adesso viene il bello. E la bella.

Un lungo weekend di paure
Sabato, domenica e… dal Teatro Elfo Puccini di Milano, Sala Bausch, sabato 8 giugno.
La giuria s’è ritrovata festosa e festante nel foyer. Ora stanno in penombra: uno dopo l’altro, i candidati selezionati salgono alla ribalta, un carosello di facce, atteggiamenti, voci, intonazioni, sorrisi e canzoni. Ci sono interpreti che si tolgono i pedalini e li lanciano in quinta (elementare, Watson) come se buttassero l’orecchio del toro sugli spalti. Il giovane attore, soprattutto se ha frequentato o ancora frequenta l’Accademia, comincia dalle scarpe, dai piedi. Si mettono i ruoli sotto i talloni (d’Achille, o di Ettore, di Hamlet o di Elettra). Li calpestano, con le suole, con i tacchi, senza tacchi. Ma chi calzerà la scarpetta di cristallo della Serata Finale? Ragazze, ragazzi, fatene di tutti i colori, che qui principi azzurri e d’altre tonalità pullulano.
In serata, a cura della grande Sabrina Sinatti che dirige Giovanni Battaglia, Maria Caggianelli, Nicola Di Chio, Enrico Pittaluga e Debora Zuin assistiamo alla mise en espace di Hospes, -ĭtis, testo vincitore del Premio Hystrio-Scritture di Scena 2019, che, alla presenza dell’autore Fabio Pisano, supera brillantemente il test di rappresentazione. Accanto al giovane autore napoletano lunedì sul palco della sala Shakespeare saliranno i giovani drammaturghi segnalati: Rosalinda Conti, con il suo Tom.; Marco Morana, autore di Stormi e il giovanissimo Francesco Toscani, segnalato speciale per Fabulamundi Playwriting Europe-Beyond Borders?, con il testo La fame. Dura mesi il lavoro dei giurati che, silenziosamente, passano al vaglio i manoscritti dei candidati.
Presidente è Arturo Cirillo, a cui si aggiungono Federico Bellini, Laura Bevione, Claudia Cannella, Roberto Canziani, Sara Chiappori, Renato Gabrielli, Stefania Maraucci, Roberto Rizzente, Letizia Russo, Francesco Tei, Diego Vincenti e, ancora, il sottoscritto. Dal Teatro Elfo Puccini di corso Buenos Aires, a domani, domenica 9 giugno.

Domenica, benedetta domenica
Siamo in Sala Shakespeare. La pubblica audizione/competizione più prestigiosa della scena italiana continua. La corte, strettasi a coorte, coordinata dal presidente di turno, l’impeccabile Andrea Paolucci e composta dal sottoscritto, Claudia Cannella, Massimiliano Civica, Monica Conti, Veronica Cruciani, Francesco Frongia, Valter Malosti, Mario Perrotta, Roberto Rustioni e Walter Zambaldi, senza lanciare bombe a man e scambiarsi carezze col pugnal, decide e decreta democraticamente, proclamando i sette super-finalisti. La comunicazione ufficiale scora un po’ gli scartati, che, allegri ma non troppo, congratulano i prescelti, tra loro rivali in atteggiamento di «siamo tutti amici, vinca il migliore, il migliore sono me» e relative sfumature. Semifinaliste intraprendenti e semifinalisti attenti avvicinano giustamente i componenti meno sfuggenti della giuria per cogliere occasioni dirette e utili feedback. Nella rosa degli aspiranti al titolo, un po’ fragile la quota rosa. Domani è un altro giorno/si vedrà, citando Ornella Vanoni che canta alla Scarlett O’Hara.
La giornata chiude il sipario su The Dead Dogs della Compagnia Dellavalle-Petris che, con il testo di Jon Fosse, ha vinto il Premio Forever Young/La Corte Ospitale (2017-18) ed è andato sold out tre giorni dopo la pubblicazione del programma del Premio.

Just another manic monday
Eccoli pronti a fare surfing nella corrente i candidati al mainstream: Salvatore Alfano, Roberta Crivelli, Mariangela Diana, Marco Fanizzi, Giacomo Lisoni, Lucia Rea e Vito Vicino. Lunedì 10, Teatro Elfo Puccini. Pronti? Via! Affrontano un mini-workshop con la giuria, che chiede cambi d’interpretazione e nuovi brani. Abbiamo così modo di approfondire la valutazione e il piacere di vedere giovani aspiranti scatenati. E arriva il verdetto nel primo pomeriggio. «Dopo accurata valutazione», come recita la motivazione dei premi, «la giuria ha deciso all’unanimità» e non è una generica formula rituale di comodo, di assegnare il Premio Hystrio alla Vocazione 2019 a Salvatore Alfano e Marco Fanizzi. Da notare la felice predilezione dei vincitori per il teatro contemporaneo. Così Salvatore Alfano si è manifestato come promettente italo-american style stand up comedian, versione off B’way, con Dust to Dust di Farquhard e con un brano di Daniel Dubois, tratto da In casa con Claude; l’altro premiato, Marco Fanizzi, è stato portentoso nel passare dalla sobria Jennifer di Ruccello, ad accenti profondamente maschili, nel suo poderoso figlio di Togliatti di Nel nome del padre di Luigi Lunari. Il diciannovenne self made actor Vito Vicino (che riceve il Premio Ugo Ronfani, destinato a un giovanissimo talento da affinare) ha esibito le sue solide basi scegliendo di proporre un brano di Elias Canetti da La commedia delle vanità e un ricordo drammatico del terremoto in Irpinia del 1982, scritto daMaurizio De Giovanni. Por una cabeza, come canta Gardel, si sono piazzati segnalati Roberta Crivelli e Giacomo Lisoni. Per una testa di un nobile puledro, giusto un’incollatura sulla linea di arrivo, l’arrivo è in fotografia (e se il fotofinish non è chiaro, vale il verdetto della giuria): così va il mondo e non solo quello ippico e teatrale.nPrima dell’apertura delle danze della festa del teatro, un momento di incontro per presentare il dossier Il teatro della realtà (pubblicato su Hystrio n. 2.2019) a cura di Roberto Rizzente e Corrado Rovida, per l’occasione affiancati da Maddalena Giovannelli, Anna Maria Monteverdi, Renato Palazzi e Marco Scotini.

Serata di gala e galante
In serata, nella Sala Shakespeare dell’Elfo Puccini gremita in ogni ordine di posti, la premiazione di giovani e big: giovani che saranno big e big forever young. Clima festoso, conduzione spiritosa di Mario Perrotta affiancato da Claudia Cannella, eleganti e impeccabili comme il faut. Tanto bel teatro. Premi e premi speciali. Come il Premio Mariangela Melato a Riccardo Buffonini in completo alla Mick Jagger e a una solare Marta Dalla Via, consegnato, con la consueta verve meneghina, dalla sorella Anna. Applausi convinti dei convenuti ai premiati, dal divo Paolo Pierobon al commosso-commovente Davide Enia, premiato con il suo spettacolo L’abisso dal pubblico per il Premio Hystrio-Twister; dal regista Alessandro Serra alla scanzonata compagnia del Teatro dei Gordi, che si aggiudica il Premio Hystrio-Iceberg. Si susseguono sul palco l’energia di Marta Cuscunà, per il Premio Hystrio-Altre Muse, l’eleganza di Simona Bertozzi, Premio Hystrio-Corpo a Corpo e l’arguzia di Lucia Calamaro, Premio Hystrio alla drammaturgia.
Poi i brindisi. I flirt. Amori di un istante, attimi di passion teatrale, son rose e fioriranno. Per la ventinovesima volta, i veterani si prodigano con lo stesso gusto di ventinove anni fa (ma non li dimostrano). Il bilancio è decisamente positivo e annovera all’attivo tutti i 200 e rotti iscritti con le loro storie e i sorrisi e qualche lacrima sul viso (è posa o pianto, dimmi cos’è). Quel che in ventinove edizioni è ormai dato acquisito, legittima una considerazione sui titoli di coda: tutti i partecipanti vincono qualcosa, nessuno perde nulla. Tutti i partecipanti entrano in contatto diretto con il teatro in attività e affrontano direttamente un teaser dell’attività teatrale. Nessuno perde tempo, nessuno perda autostima. Comunque sia andata, ragazze, comunque sia finita, ragazzi, è stato un successo. Il vostro primo successo. ★