Le motivazioni 2011

Premio Hystrio all’interpretazione
ad
Arianna Scommegna

 

Meritato, anzi meritatissimo questo Premio Hystrio all’interpretazione che viene assegnato ad Arianna Scommegna, e a giungere nel momento giusto, quando il suo curriculum è ormai ricco di solide e bellissime prove, come la recente e straordinaria Cleopatràs di Giovanni Testori. Attrice, la lombarda Scommegna, che da un quindicennio – cioè da quando comparve sulla scena e fu tra le fondatrici della compagnia Atir – ha saputo imporsi non solo grazie al suo forte temperamento, ma anche e soprattutto perché capace, grazie a un impressionante ventaglio di registri espressivi, di recare a ogni suo personaggio qualcosa di struggentemente personale. Capace di caricarlo di una verità nuova e sconosciuta. È successo, sotto la guida di Serena Sinigaglia, con la shakespeariana Giulietta, con il triplice ruolo di Fool/Lear/Cordelia in Lear, tutto su mio padre, con Ecuba ne Le Troiane. Ma Arianna ha saputo imporre il suo talento anche nel monologo. Se con Cleopatràs ci ha folgorato, non meno siamo stati avvinti quando, diretta da Gabriele Vacis, ha affrontato Joyce nello strepitoso La Molli, divertimento alle spalle di Joyce o ci ha condotto nella Milano di oggi causticamente descritta in Qui città di M. da Piero Colaprico. Il Premio che viene dato all’intrepida Arianna a valere anche d’auspicio per una fama ancor più grande di quella che già conosce.

 

Premio Hystrio alla regia
a
Fabrizio Arcuri

Sparare, trovare il tesoro e poi ripetersi. Ma con forme nuove. Dimostrando come l’interrogarsi sul palcoscenico (e sulla realtà), passi necessariamente attraverso il continuo mettersi in discussione come artisti. Premio Hystrio alla Regia a Fabrizio Arcuri. Perché il suo teatro ci piace da vent’anni. E perché l’Accademia degli Artefatti riesce sempre a sorprenderci. Con Arcuri a dirigere, condividere curiosità, creare dubbi in un percorso di evoluzione parallelo alla (de)costruzione del mezzo, dello spazio, della consuetudine.
La sua attenzione si è spostata nel tempo da un certo sfarzo performativo degli inizi alla radicalità della drammaturgica contemporanea, dalle installazioni alla complessità di progetti poliedrici, come gli ultimi dedicati a Martin Crimp, Tim Crouch o Mark Ravenhill. Mai dimenticandosi di portare il teatro all’interno della società, attraverso i festival (Prospettiva e Short Theatre), le lezioni universitarie, la recente codirezione del Teatro della Tosse di Genova. Con quello strano splendore di chi unisce l’esperienza, alla freschezza del primo sguardo.

 

 

Premio Hystrio alla drammaturgia
a
Mariangela Gualtieri

Fondatrice, insieme a Cesare Ronconi, del Teatro Valdoca, Mariangela Gualtieri è riuscita in un’impresa quasi utopica, ossia quella di trasformare la poesia in efficace e carnale drammaturgia. Quella dell’attrice, drammaturga e poetessa romagnola è una ricerca «a ridosso della parola poetica» iniziata nel 1991 con la trilogia Antenata, ma anticipata già dai primi testi composti per la Valdoca, comeLo spazio della quiete (1983) e Le radici dell’amore (1984), opere nelle quali già risalta quella sua raffinata capacità di esplorare profondità e anfratti della parola.

Gualtieri è stata anche autrice di prove di riscrittura di testi della tradizione –Parsifal e Parsifal piccolo – ma la forza e l’originalità della sua drammaturgia esplodono con la massima evidenza in lavori quali Sermone ai cuccioli della mia specie (2006), Misterioso concerto (2006), Paesaggio con fratello rotto (2008), fino alla sua ultima fatica, Caino, testo intenso e stratificato che, partendo dalla Genesi, sviluppa un’originale riflessione sulla costante presenza del Male nella storia dell’umanità. A Mariangela Gualtieri, autrice capace, con i suoi testi, di avvicinare la poesia al mistero della vita, va dunque un meritato premio Hystrio alla drammaturgia.

 

 

Premio Hystrio –Altre Muse
a
Teatrino Giullare

Fondato nel 1995 a Bologna da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, Teatrino Giullare si è contraddistinto per la volontà di scardinare le tradizionali modalità di rappresentazione. Una ricerca di originalità stilistica evidente fin dal primo spettacolo della compagnia, Alcesti di Euripide, cui sono seguiti lavori tratti da Aristofane (1996), Plauto (1997), dalla Commedia dell’Arte (1998), Shakespeare (2002), ma anche testi composti ex novo, quali Re di bastoni Re di denari (1999) e Fortebraccio contro il cielo (2003).

Negli anni, poi, la ricerca teatrale della coppia si è concentrata sull’elaborazione dell’idea di “attore artificiale”, accompagnata dalla sperimentazione di modalità di messa in scena refrattarie al naturalismo.

Non a caso, nel 2005, Teatrino Giullare, che riceve il Premio Hystrio-Altre Muse, ha avviato il progetto di sperimentazione L’artificio in scena, che fino a oggi ha prodotto gli allestimenti di Finale di partita, Alla metaLotta di negro e caniLa stanza: opere di alcuni “grandi” del Novecento (Beckett, Bernhard, Koltès e Pinter) smontate e ricomposte così da farne risaltare le pieghe più nascoste e profonde. Una ricerca dell’autenticità più intima del testo realizzata, paradossalmente, all’insegna dell’artificiosità più eloquente, che meglio ci fa comprendere non solo il Novecento teatrale ma anche noi stessi.

 

Premio Hystrio-Provincia di Milano
alla memoria a
Sisto Dalla Palma e Franco Quadri

Hystrio guarda al futuro. L’ha sempre fatto. Per questo diamo un premio alla memoria. Perché sappiamo bene che senza riconoscere il lavoro di chi ci ha preceduto, non si va da nessuna parte. E che ogni tanto bisogna fermarsi per ringraziare e poi proseguire. Grazie allora a Franco Quadri che ha cambiato il volto della critica italiana, che ci ha riempito gli scaffali con la Ubulibri, spunto inesauribile di aneddoti e incazzature, maestro suo malgrado fra illuminazioni e memorabili scenate.

E grazie a chi ci ha portato Kantor in Italia, a Sisto Dalla Palma, il professore. Amato e temutissimo come certi personaggi manzoniani, ha creato il Crt, l’ha ingrandito, l’ha fatto diventare un punto di riferimento. Ovunque. Noi milanesi lo avevamo “sottocasa”, ed è stato un privilegio. Come quando il teatro lo portava in quelle periferie proletarie che sotto i panni stesi scoprivano la ricerca contemporanea.

Mancheranno. Eccome. Ma questo è anche un premio a chi rimane, a Jacopo Dalla Palma e al Crt tutto, che neanche ha chiuso un giorno. O ai figli di Franco Quadri e allo staff della Ubulibri, ché senza guida non sarà facile. Perché siamo certi che nonostante difficoltà e notti insonni, saranno degni eredi di chi non c’è più.

 

 

Premio Hystrio-Castel dei Mondi
a
Fibre Parallele

La compagnia pugliese Fibre Parallele, ovvero Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, a cui viene assegnato il Premio Hystrio-Castel dei Mondi dedicato a una giovane compagnia emergente, ha saputo in una manciata di anni e con appena quattro spettacoli attrarre l’attenzione di critica e pubblico. Una realtà della nuova scena italiana che ama sperimentare diversi linguaggi e suggestioni, tutti contrassegnati da una grande forza espressiva e da una spettacolarità che, pur non rinunciando ma anzi coltivando visioni perturbanti, è rimasta fedele al testo e alla parola.

Hanno esordito con Mangiami l’anima e poi sputala che, in un universo popvenato dal kitsch, si addentrava in modo spiazzante nel rapporto tra umano e divino, per poi realizzare Due, monologo su amori contemporanei striati da venature splatter, fino al successo di Furie de sanghe, radicale nella scelta di una lingua dialettale quasi barbarica a contrassegnare una comunità di “brutti, sporchi e cattivi” che vive in una specie di caverna tiranneggiata da un autentico capitone. Con il recente Have I none di Edward Bond hanno infine rivelato la versatilità di un gruppo capace di notevole approfondimento anche nei confronti di un autore solo apparentemente lontano dal proprio mondo artistico.

 

 

Premio Hystrio-Teatro a Corte
a
Aurélia Thierrée

Il Premio Hystrio-Teatro a Corte, dedicato ai linguaggi del corpo e quest’anno assegnato ad Aurélia Thierrée, è il riconoscimento a un’artista giovane, versatile, ricca di un’eredità sapiente e poliedrica che mette insieme le più diverse forme praticate nella creazione artistica contemporanea: un’eredità che viene da lontano, dal magistero di una famiglia che le ha insegnato da sempre a coniugare il senso del surreale e la libera fantasia dell’immaginazione con le severe discipline del circo, del music hall, della danza, del teatro visuale.

Dalle sue prime esperienze di bambina, figlia d’arte di Jean Baptiste Thierrée e di Victoria Chaplin, ai più maturi spettacoli come L’oratorio d’Aurélia, diretta dalla madre, con il quale ha girato il mondo e che ha commosso e appassionato i pubblici più diversi; a quest’ultimo, Murmures des murs, che il festival Teatro a Corte ha scelto per inaugurare il suo undicesimo cartellone, Aurélia dimostra la sua appartenenza alle frontiere più avanzate e innovative della contemporaneità europea capace di parlare un linguaggio universale alle latitudini più lontane e diverse del nostro continente.

 

Premio Hystrio alla Vocazione

 

La giuria del Premio Hystrio alla Vocazione 2011, composta da Marco Bernardi, Ferdinando Bruni, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Monica Conti, Jurij Ferrini, Andrea Paolucci, Mario Perrotta, Lamberto Puggelli, Andrée Ruth Shammah e Serena Sinigaglia dopo le audizioni dei tredici finalisti (Michele Altamura, Luca Avagliano, Carolina Cametti, Gabriele Vincenzo Casale, Jacopo Fracasso, Elisabetta Mandalari, Giselle Martino, Gian Marco Pellecchia, Silvia Pernarella, Federica Rosellini, Valentina Ruggeri, Giuliano Scarpinato, Cecilia Zingaro) ha così deciso: vengono segnalati per il complesso delle loro performance e per l’efficacia dei brani proposti: Carolina Cametti, per la spregiudicata, spietata Psicosi di Sarah Kane; Jacopo Fracasso, per il suo brillante e pungente revival di Umberto Simonetta; Elisabetta Mandalari, per la tenera e poetica reinvenzione di Vittorio Franceschi; Giselle Martino, per l’attuale e antiretorico monologo di Io sono StankoGiuliano Scarpinato, per l’intenso e sfrontato outing scenico di Nino Gennaro. Questi i vincitori: l’attrice e l’attore hanno in comune, oltre alla giovanissima età, la pronta risposta alle più eclettiche sollecitazioni, suggerite dalla giuria nel corso delle audizioni. Per la categoria attrici, vincitrice del Premio Hystrio 2011: Federica Rosellini, ventiduenne trevigiana, neodiplomata nella Scuola Giorgio Strehler del Piccolo Teatro – Teatro d’Europa, che ha affrontato con grande maturità espressiva gli abissi esistenziali di Emma in Dettagli di Lars Norén. Contemporanea nella scelta del repertorio, nell’atteggiamento, nella capacità di reinventarsi in diversi registri, Federica ha poi saputo destreggiarsi, mostrando un talento a tutto campo, passando da Ruzzante, a Carlo Goldoni, arrivando fino al Loyd Weber di Jesus Christ Superstar. Per la categoria attori, vincitore del Premio Hystrio 2011: Gian Marco Pellecchia, ventenne bresciano, attivo da un paio d’anni al Teatro Verga di Milano, che nel lungo e impegnativo percorso delle pre-selezioni è cresciuto di tappa in tappa fino alla maglia rosa del traguardo finale, conquistando il primato con la straordinaria freschezza del suo Amleto e la strepitosa modernità del suo Kostjia.

 

Premio Hystrio-Scritture di Scena_35
a
Ana Cândida de Carvalho Carneiro

 

In una prima edizione segnata da molti esperimenti di genere, sbilanciati verso l’esercizio di stile, Babele si distingue per l’eccezionalità del tessuto narrativo, la compresenza di livelli plurimi che insieme disegnano l’affresco suadente e ispirato di un mondo in declino, potentemente vero, dove i rapporti umani sono segnati dalla brama di potere e l’orgoglio vince su ogni cosa. Non nuova a questo genere di esperimenti, la giovane drammaturga brasiliana Ana Cândida de Carvalho Carneiro, già finalista al Premio Riccione e artista residente al Royal Court di Londra, riesce nel difficile compito di dare corpo e anima alla materia, destreggiandosi con navigata perizia tra i molteplici registri di cui è composto il testo, evitando lo psicologismo spiccio e le tentazioni della morale, sempre portando avanti l’intreccio con rigore e coerenza, fino all’imprevisto finale. Testo alla lettura intrigante, Babele ha saputo raccontare la complessità dell’incontro tra lingue e culture, e non in astratto, ma tra persone e destini che quelle lingue e culture incarnano, concedendosi il lusso di una polifonia stratificata di voci e personaggi.

 

Premio Hystrio-Occhi di Scena 2011

Hystrio e il Centro per la fotografia dello spettacolo di San Miniato, da questa edizione affiancati da un partner prestigioso come IED Milano, presentano il vincitore e selezionati finali del Premio Hystrio-Occhi di scena, dedicato alla pratica della fotografia di scena,Il premio, a cui hanno partecipato fotografi sotto i 35 anni, aveva quest’anno come tema “Lo spazio scenico”. La giuria – composta da Massimo Agus, Fabrizio Arcuri, Rossella Bertolazzi, Maurizio Buscarino, Claudia Cannella, Cosimo Chiarelli, Marco Giorgetti, Silvia Lelli e Andrea Messana – ha valutato i lavori dei fotografi partecipanti e ha selezionato 5 finalisti, dei quali potete vedere alcune immagini esposte nel foyer di questo teatro. Sono Laura Ferrari, Giorgio Gori, Valerio Iacobini, Marco PezzatieMauro Santucci. La giuria ha quindi assegnato il primo Premio Hystrio-Occhi di Scena 2011 a Giorgio Gori per il lavoro fotografico “Ritratto temporale di uno spazio scenico”; seconda classificata Laura Ferrari per il lavoro “Luoghi del teatro”. Il vincitore ha diritto alla partecipazione gratuita al Corso di Formazione Avanzata di Fotografia organizzato presso IED Milano da febbraio a novembre 2012, alla pubblicazione del suo lavoro sulla rivista Hystrio e all’esposizione del suo lavoro nell’ambito del Festival Occhi di Scena a San Miniato (ottobre 2011); alla seconda classificata sarà invece offerto un portfolio di stampe fine art offerto da Spazio 81 di Milano. Motivazione del Premio Hystrio-Occhi di Scena 2011 aGiorgio Gori per il lavoro “Ritratto temporale di uno spazio scenico”: «La sequenza video presentata da Giorgio Gori con il titolo “Ritratto temporale di uno spazio scenico” coniuga la capacità di osservare e di fotografare gli spazi del teatro, visti nelle loro molteplici funzioni e caratteristiche, con l’uso di nuove tecniche e modi di rappresentazione e di comunicazione. Il suo progetto è una dimostrazione delle grandi possibilità della fotografia ancora capace di unire ricerca e sperimentazione di linguaggi e potenza narrativa e comunicativa».Motivazione del secondo premio a Laura Ferrari per il lavoro “Luoghi del teatro”: «La serie di immagini presentata da Laura Ferrari nel lavoro “Luoghi del teatro” dimostrano la grande capacità della fotografa di leggere gli spazi scenici nelle loro specifiche relazioni, mettendo in evidenza la peculiarità teatrale di ogni luogo fotografato. Ogni scena fotografata diventa immagine piena di suggestione che attraverso tagli e punti di vista riesce a rendere il clima del singolo spettacolo».