Le motivazioni 2016

PREMIO HYSTRIO ALL’INTERPRETAZIONE
Monica Piseddu

A Monica Piseddu attrice apparentemente “fragile“ ma di solida personalità artistica, strumento duttile nelle mani dei registi e interprete di spiccata personalità va il Premio Hystrio all’interpretazione. Monica Piseddu in Zoo di Vetro di Tennesee Williams, con la regia di Arturo Cirillo, in Alcesti di Massimiliano Civica, in Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo e in Ti regalo la mia morte, Veronika dall’opera di Rainer Werner Fassbinder, entrambi diretti da Antonio Latella, ma anche in Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, ha dato prova di una sconcertante, intensa, vera, potente e poetica maturità interpretativa. Numerose e importanti le sue collaborazioni artistiche: oltre che con i già citati Antonio Latella e Arturo Cirillo – quest’ultimo a dirigerla anche in pièce di Molière, Ruccello e Shakespeare – lavora con Mario Martone, Pierpaolo Sepe, Lisa Ferlazzo Natoli. Monica Piseddu è attrice che sa essere parola incarnata, sa riempire la scena con un gesto e al tempo stesso rendersi invisibile e impalpabile. Piseddu rappresenta l’esempio di un’attrice che sa mediare corpo e pensiero, sa fare della sua anima una tela su cui poter disegnare tutte le emozioni della vita, tutti i colori di quel di più di realtà che è il teatro d’arte e, in questo caso, d’attrice.

 

PREMIO HYSTRIO ALLA REGIA
Simone Derai

Una vocazione teatrale nata sui banchi di scuola, al liceo Giorgione di Castelfranco Veneto. Simone Derai comprende presto cosa vuol fare da grande e, oggi, appena quarantenne, è uno dei registi più originali e innovatori della scena italiana. Una posizione raggiunta grazie a un lavoro e a uno studio indefessi. Nascono così, grazie alla collaborazione con i colleghi/complici della compagnia Anagoor, spettacoli formalmente assai raffinati, frutto di cura quasi maniacale del particolare, e, allo stesso tempo, densi di pensiero ed emozioni. La forma – sofisticata, ispirata sovente alle arti figurative nella costruzione delle immagini sceniche e nell’armonia degli oggetti e degli interpreti – coincide con significati altrettanto ricercati, come il rapporto fra artista e potere (Virgilio brucia) o l’utilizzo del linguaggio come forma di sopruso (L.I. Lingua Imperii). Arti figurative, fotografia, video, letteratura e musica confluiscono nel lavoro di Derai, che ha anche affrontato la regia di opere di teatro musicale – Il palazzo di Atlante e Et manchi pietà… – dimostrando l’efficace duttilità del suo particolare linguaggio scenico. Simone Derai si aggiudica dunque il Premio Hystrio alla regia grazie a uno stile che ha saputo aggirare il rischio dello sterile estetismo per  coniugare bellezza formale e profondità della riflessione.

 

PREMIO HYSTRIO ALLA DRAMMATURGIA
Compagnia MusellaMazzarelli

Questa volta si parla di drammaturgia. Per un attimo lasciando da parte gli attori, Lino Musella e Paolo Mazzarelli, ormai fra i più amati e quotati. Eppure quel successo, in crescita costante dal 2009, si fonda su un meticoloso lavoro di scrittura a quattro mani, che nasce da idee, canovacci, spunti condivisi. Per poi strutturarsi attraverso il lavoro scenico, creando architetture sempre più complesse e ramificate. Sempre più in grado di leggere il tempo presente, come dimostrano le ultime due produzioni con MarcheTeatro: La Società e il recentissimo Strategie fatali, quasi virtuosistico nel mettere alla prova sette interpreti su sedici ruoli differenti, incrociando gli interrogativi dell’uomo con quelli del contemporaneo. E pensare che tutto era iniziato proprio nel 2009 con un lavoro dalla struttura duale come Due cani, seguito dai fortunatissimi Figlidiunbruttodio e Crack Machine. Poi la svolta. La necessità di aprirsi all’esterno. Mantenendo come tratto distintivo una chiara leggibilità in bilico fra comico e tragico, fra il racconto fedele della realtà e la sua esasperazione, fra umiltà e spregiudicatezza, tradizione e azzardo, pragmatismo e poesia. Una sorprendente pluralità di registri che ci ha spinto a scegliere la Compagnia MusellaMazzarelli come Premio Hystrio alla Drammaturgia 2016.

 

PREMIO HYSTRIO-ALTRE MUSE
Cue Press

Nel giro di pochissimi anni Cue Press, ideata e fondata da Mattia Visani alla fine del 2012, si è solidamente affermata nel panorama nazionale dell’editoria teatrale, la prima in assoluto per la diffusione nelle modalità ebook e stampa digitale on demand. Con quasi 50 titoli all’attivo e altrettanti di “prossime uscite”, Cue Press si sta specializzando sempre di più da una parte nel “recupero” di volumi “storici” fuori edizione o di non facile reperibilità, ma fondamentali per lo studio del teatro del ’900, dall’altra nella pubblicazione di nuovi testi teatrali di giovani autori, italiani e stranieri, diventando un punto di riferimento imprescindibile per la nuova drammaturgia europea. Oggi si guarda alle sue principali “collane” editoriali (I testi, I saggi, Gli artisti) per orientarsi in un teatro fatto di tante e autorevoli voci di attori, drammaturghi e studiosi, che possono trovare in Cue Press un possibile, necessario spazio di incontro. Nella sua originalissima maniera di muoversi, in un mercato prevalentemente di nicchia, con intelligenza unita a una buona dose di follia, Mattia Visani è riuscito a trasformare un progetto editoriale in impresa produttiva, una passione per il teatro in cultura attiva. C come Coraggiosa, U come Utile, E come Efficace: questa è Cue Press, alla quale viene assegnato il Premio Hystrio-Altre Muse.

 

PREMIO HYSTRIO-ICEBERG
Collettivo Cinetico

Rigorosi e insubordinati, precisi e imprevedibili, eccentrici e spregiudicati. Sono gli artisti di Collettivo Cinetico, formazione tra le più sorprendenti della nuova scena italiana, nata nel 2007 al crocevia tra danza, teatro e arti visive. In poco meno di dieci anni il gruppo guidato da Francesca Pennini e Angelo Pedroni ha dimostrato che le strade della sperimentazione sono davvero infinite. Coreografie, performance, oggetti scenici fuori formato, dispositivi anomali per interazioni non scontate con il pubblico: da Eye was ear a XD Scritture retiniche sull’oscenità dei denti, da <age> ad Amleto, con incursioni nel teatro ragazzi (vedi Sherlock Holmes) fino al recente 10 miniballetti, il lavoro di Collettivo Cinetico è un prisma dinamico dove convergono indagini sul movimento e sullo spazio, nuove tecnologie e arte contemporanea, matematica, fisica e filosofia, manga e cartoon, social network e antropologia del nuovo millennio. Sistemi complessi, rinascimentali per la vastità delle competenze, molto contemporanei per la rapidità con cui intercettano punti critici e paradossi della nostra epoca. Lo spirito è ludico, lo sguardo acuto, l’intelligenza non allineata. A questi guerriglieri gentili e implacabili, pieni di grazia e di ironia, un meritatissimo Premio Hystrio-Iceberg.

 

PREMIO HYSTRIO-CORPO A CORPO
Belletto Civile

A Balletto Civile va il Premio Hystrio-Corpo a Corpo proprio per la capacità di Michela Lucenti e Maurizio Camilli di proporre nel loro lavoro un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. Balletto Civile ha saputo negli anni elaborare una drammaturgia coreografica ficcante, spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà. Balletto Civile sa interrogare i grandi classici del teatro e della danza – Shakespeare con L’amore segreto di Ofelia e Killing Desdemona, fresco di debutto, il Woyzech di Büchner, il Sacro della Primavera di Stravinskij – ma anche fotografare il disagio e la disperazione dei nostri anni come in Brennero Crash, in Ruggito, in In-Erme, un racconto sulla Prima Guerra Mondiale proiettato sui conflitti di oggi, o nel recente Pizzeria Anarchia.
Il confronto dei corpi è per Balletto Civile confronto col tempo e con il corpus sociale vivo della realtà, come avviene nelle performance laboratoriali di How Long Is Now, che vedono la compagnia usare il linguaggio della danza come strumento relazionale con anziani over 65. Il nostro premio va dunque a Balletto Civile che, nella sua ricerca estetica, ha saputo fare del “corpo a corpo” un modo di elaborare un pensiero agito sul nostro tempo.

 

PREMIO HYSTRIO-TWISTER
Animali da bar, di Carrozzeria Orfeo

Le motivazioni dei votanti online:
«Mi e piaciuto per la scenografia semplice ma molto bella, per gli argomenti attuali che tocca senza annoiare il pubblico, anzi facendolo divertire, per il fine educativo (come educativo del resto è il teatro) cercando e riuscendo ad arrivare all’anima dello spettatore con una dose generosa di simpatia e impegno che si nota a fine spettacolo nei vostri sguardi e sorrisi». (Cecilia Cicorella)
«La commedia, bella e drammaticamente attuale, è resa impareggiabile dall’eccellente interpretazione dei suoi protagonisti». (Ferruccio Setti)
«Uno spettacolo che porterò con me. Spietato e umano, scritto e recitato meravigliosamente. Non sarò mai grata abbastanza alla mia amica Mari di avermi fatto entrare nella palestra mentale più utile e preziosa che potessi frequentare». (Zelda)
«Il testo è bello, tosto, pesante quanto infinitamente “pulito concettualmente”. Le parole sono tante, concitate, ritmate, urlate, sputate in faccia da ciascun personaggio al proprio antagonista, ma tutto con grande naturalezza e freschezza, qualcosa che in teatro non dovrebbe mai mancare». (Angelica Ferraù).

 

PREMIO HYSTRIO-SCRITTURE DI SCENA
il vincitore e i segnalati

La giuria del Premio Hystrio-Scritture di Scena – formata da Laura Curino (presidente), Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Roberto Canziani, Sara Chiappori, Renato Gabrielli, Roberto Rizzente, Massimiliano Speziani e Diego Vincenti – dopo lunga e meditata analisi degli 88 copioni in concorso, ha deciso, all’interno di una rosa di dieci testi finalisti (La sindrome delle formiche di Daniele Aureli, Europa di Francesco Bianchi, Promoter di Carlo Galiero, Kensington Gardens di Giancarlo Nicoletti, Friendzone di Jacopo Pagliari, Tre [+1] di Sara Pessina, Fratelli di Pier Lorenzo Pisano, La cosa brutta di Tobia Rossi, La visita di Tiziana Tomasulo, Di vita o di morte di Jacopo Zerbo), di assegnare il Premio Hystrio-Scritture di Scena 2016 a:
Fratelli di Pier Lorenzo Pisano, per l’implicita, complessa teatralità di un testo che si presenta in forma prevalentemente narrativa. Per la qualità del linguaggio, denso d’immagini evocate con ammirevole nitore, mai compiaciuto, ricco di tensione e variazioni ritmiche. Per l’abilità con cui la struttura drammaturgica ci attira, in una sorta di movimento a spirale, fino al nucleo originario e pulsante di una dolorosa vicenda familiare.

La giuria ha poi deciso di segnalare:

Europa di Francesco Bianchi per l’impegnativa e originale idea di collegare la metafora drammaturgica scacchistica agli schemi delle attuali problematiche storico-politiche del Vecchio Continente: un’inedita modalità di teatro civile per una platea contemporanea.

Kensington Gardens di Giancarlo Nicoletti, per il coraggio di confrontarsi con un classico come Il gabbiano di Cechov, proponendo una riscrittura originale in cui emergono le fragilità dell’uomo e della società contemporanea attraverso un solido impianto drammaturgico, che molto guarda alla tradizione per gusto e coralità.

La cosa brutta di Tobia Rossi per la capacità di passare dal comico al drammatico, con dialoghi credibili e una lingua sapida, nel delineare situazioni e sviluppo dei personaggi dentro un paesaggio che racconta un’Italia  di provincia nelle sue fughe in avanti e nelle sue resistenze.

 

PREMIO MARIANGELA MELATO
a Beatrice Schiros e Angelo Di Genio

Dotata di un’intelligenza ironica e tagliente che tuttavia non le impedisce di creare una forte empatia umana con i suoi personaggi, Beatrice Schiros riesce con grande precisione a coglierne, sotto la scorza buffa, il nucleo segreto di sofferenza, concretamente, senza sconti e senza mai cadere nel patetico, raggiungendo anzi momenti di irresistibile comicità. Nel suo lavoro con Giuliana Musso Tanti saluti, dove affronta il difficile tema della morte con piglio sarcastico e irriverente; nella straordinaria, indimenticabile creazione della coppia di personaggi nati dal lavoro con Gabriele De Luca per Carrozzeria Orfeo; e ora anche al cinema, con la sua incisiva partecipazione a La Pazza Gioia di Paolo Virzì, Beatrice Schiros lascia sempre il segno di uno sguardo originalissimo e di un modo personale e inconfondibile di raccontare la realtà.
Cresciuto alla scuola di un grande maestro come Massimo Castri, Angelo Di Genio nel corso degli anni ha affinato e approfondito i suoi strumenti di lavoro attraverso una sensibilità sottile che gli ha permesso di raccontare la sua generazione e le inquietudini della sua età con un trittico di personaggi, a partire dal carismatico Dakin di History Boys, passando alla violenza razzista del ragazzo neo-nazista di Freddo di Lars Norèn, fino ad arrivare alla straziante bellezza del suo Biff in Morte di un commesso viaggiatore, per costruire un percorso partecipato e attento attraverso la fatica di diventare uomini. Sensibilità e bravura che gli hanno permesso di accompagnare gli spettatori anche in un altro viaggio, commovente e necessario, quello di Joel attraverso gli Stati Uniti e attraverso se stesso in Road Movie di Godfrey Hamilton, una prova di virtuosismo recitativo mai fine a se stessa e un atto di fede nella capacità del teatro di trasformare la vita.

 

PREMIO HYSTRIO ALLA VOCAZIONE
le vincitrici e i segnalati

Dopo accurata valutazione dei 197 iscritti al Premio Hystrio alla Vocazione 2016, 40 di loro hanno partecipato alle selezioni finali di Milano. In questa sede la giuria – composta da Ferdinando Bruni, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Arturo Cirillo, Monica Conti, Veronica Cruciani, Andrea Paolucci e Mario Perrotta – ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Hystrio alla Vocazione 2016 alle attrici Luisa Borini e Giulia Trippetta e il Premio Ugo Ronfani, destinato ai più giovani partecipanti al Premio alla Vocazione con un percorso formativo ancora da concludere, a Grazia Capraro.

Queste le motivazioni:

Premio all’interpretazione a Luisa Borini, ventisettenne, nata a Terni, diplomata nel 2013 alla Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, che ha affrontato con ironica, quanto amara, consapevolezza il ruolo di Tecla, figlia di una portinaia milanese trapiantata a Roma da La porta sbagliata di Natalia Ginzburg. Gran talento nell’attualizzare il testo senza forzarlo, ha poi confermato la sua solidità e maturità d’interprete misurandosi con la Medea di Euripide e la Blanche di Un tram che si chiama desiderio di Williams.

Premio all’interpretazione a Giulia Trippetta, ventisettenne di Orvieto, diplomata nel 2015 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, davvero divertente, con ottimi tempi comici che non escludono malinconiche sfumature nel tratteggiare la matta anticlericale di Piccolo delirio manicomiale di Annibale Ruccello. Ha poi saputo mostrare altre corde al suo arco affrontando Pirandello e De Filippo con lucida sensibilità, intelligenza di scelte e buon uso dei suoi notevoli mezzi tecnici.

Dal 2015 il Premio Hystrio ha istituito il “Premio Ugo Ronfani”, riconoscimento attribuito quest’anno a Grazia Capraro, ventenne bellunese al secondo anno dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, sorprendentemente matura, tecnicamente attrezzata e padrona della sua fisicità, come dello spazio scenico, nel paradossale Stabat Mater di Antonio Tarantino. Qualità confermate e arricchite dalla sensibile freschezza con cui ha emozionato nella Canzone dei Felici Pochi e degli Infelici Molti da Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante, così come in Antigone di Anouilh e nella Pazza di Chaillot di Giraudoux.

Accanto ai vincitori, la giuria ha ritenuto opportuno segnalare, per le loro convincenti performance e per l’efficacia dei brani proposti: Angela Ciaburri e Michele De Paola, entrambi diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Genova.

Angela Ciaburri, nata a Battipaglia, per i brani tratti da Two di Jim Cartwright, Le prénom di La Patelliere e Delaporte e George Dandin di Molière.

Michele De Paola, nato a Cosenza, per i brani da Mille franchi di ricompensa di Victor Hugo, Lotta di negro e cani di Koltes e Mi voleva Strehler di Umberto Simonetta.