Le motivazioni 2005

Premio Hystrio all’interpretazione a Fabrizio Gifuni

 

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C’è un ideale fil rouge che unisce l’Oreste, che interpretò nell’Elettra di Euripide diretta da Massimo Castri, e il protagonista di ’Na specie de cadavere lunghissimo, da scritti di Pier Paolo Pasolini e Giorgio Somalvico, sotto la guida di Giuseppe Bertolucci. Il tema della generazione di figli su cui ricadono le colpe dei padri, ma anche lo sguardo della vittima che si confonde con quello dell’assassino in una società imbarbarita, che la perdita del senso del sacro trascina in una deriva di valori. Tra questi due spettacoli teatrali, il primo del 1993 e il secondo del 2004, è racchiuso il percorso artistico di Fabrizio Gifuni, uno degli attori più duttili, sensibili e, perché no, impegnati dell’ultima generazione. Noto al grande pubblico cinematografico e televisivo per le sue toccanti interpretazioni inLa meglio gioventù di Marco Tullio Giordana e De Gasperi. L’uomo della speranzadi Liliana Cavani, Gifuni ha alle spalle una solida e prestigiosa “gavetta” sulle tavole del palcoscenico: diploma all’Accademia Silvio D’Amico di Roma, la goldoniana Trilogia della villeggiatura con Castri, Macbeth con Giancarlo Sepe eAntigone con Terzopoulos. Poi il “rapimento” da parte di cinema e televisione, ma sempre filtrato da scelte artistiche coraggiose e di qualità (Così ridevanoUn amoreIl partigiano JohnnyL’amore probabilmenteLe cinque giornate di Milano, tanto per nominarne alcuni, insieme ai già citati La meglio gioventù e De Gasperi). A Fabrizio Gifuni va il Premio Hystrio all’interpretazione 2005 per l’emozionante autorevolezza con cui ha voluto e saputo recuperare la via della scena, in un’idea di teatro fondata, oltre che sul suo innegabile talento, sulla coerenza e sull’onestà intellettuale.

 

Premio Hystrio alla regia a Giorgio Gallione

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Assegnando il Premio alla regia a Giorgio Gallione, Hystrio intende conferire un riconoscimento a colui che, insieme a Pina Rando, ha dato impulso e coerenza artistica al Teatro dell’Archivolto di Genova, oggi uno dei poli più attivi della nuova scena italiana, caratterizzato da un repertorio di taglio inconfondibilmente moderno e vitale, con coraggiose incursioni nelle drammaturgie straniere meno frequentate. Già agli inizi degli anni ’80 Gallione, formatosi con Otomar Krejca, Terry Hands ed Elio Petri, dopo aver dato prova di originali allestimenti con Il matrimonio di Brecht e versioni teatrali dell’opera di Italo Calvino, volgendosi da un lato ad autori stranieri come Borges, Bukowski, Saramago o McEwan e dall’altro mettendo in scena testi di Benni, Pennac, Altan e Serra, ha portato a maturità un modo di fare teatro fuori dai sentieri battuti, adottando moduli multicodice in una magmatica fusione di spunti letterari e drammaturgici, di espressività gestuale e di dinamiche audiovisive, di interventi ironico grotteschi e di poetiche effusioni. Determinante in questo senso è stato l’apporto di attori attratti dalla nuova cifra stilistica delle sue regie, da Angela Finocchiaro, che fu un Pinocchio al femminile, a Claudio Bisio, stupefacenteMonsieur Malaussène, da Sabina Guzzanti ad Alessandro Haber in Tango d’amore e di coltelli fino al recente Bukowski (confessione di un genio), da Lella Costa a Gioele Dix in Corto Maltese, da David Riondino a Elisabetta Pozzi. Per citare soltanto alcuni dei suoi molti successi, a cui si aggiungono, nel campo del teatro musicale, le collaborazioni con artisti del calibro di Paolo Conte, Ivano Fossati, Marco Tutino, Stefano Bollani e la Banda Osiris e anche con importanti teatri lirici, dimostrando una particolare attenzione al repertorio musicale del Novecento, da Bernstein a Rota, da Weill a Glass.

 

Premio Hystrio alla drammaturgia a Davide Enia

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Non è stato difficile esprimere una scelta convinta su una giovane personalità come quella di Davide Enia, palermitano, attore e drammaturgo dotato di estro personalissimo, che nel volgere di poche stagioni ha dato prova di aver saputo elaborare un linguaggio scenico particolare, immaginifico, brillante e spiritoso. Un linguaggio e un modo di espressione ricchi di sfumature, già presenti fin dal lavoro iniziale Studio per due petali di rose e che poi sono andati sempre più sviluppandosi fino a portare a quei due spettacoli formidabili, tuttora richiestissimi, che sono Italia-Brasile 3 a 2 e maggio ’43. Racconto il primo che, in 90 minuti di passione e scaramanzia in interno popolare palermitano, trasforma da cronaca a epica contemporanea la “mitica” partita che aprì alla nazionale italiana la vittoria ai Mondiali di Spagna dell’82. Il secondo, emozionante “cunto” che narra, con delicatezza priva di retorica, l’odissea, vista con gli occhi di un dodicenne, di una famiglia vittima come tante altre del secondo conflitto mondiale e in particolare dei bombardamenti della primavera del ’43 scatenati su Palermo. Lavori questi che hanno avuto la fortuna e il merito di essere tra i più applauditi e ammirati nelle ultime stagioni da un pubblico eterogeneo e soprattutto giovanile. Il Premio Hystrio alla drammaturgia, che consiste anche e soprattutto nella pubblicazione sulla rivista omonima di un testo del premiato, intende riconoscere lo straordinario percorso di un artista che, tracciando un solco originale e inedito, è ormai diventato una delle realtà più vivaci e interessanti della scena italiana.

 

Premio Hystrio Altre Muse a www.ateatro.it

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Il sito www.ateatro.it, la webzine di cultura dello spettacolo dal vivo curata da Oliviero Ponte di Pino in collaborazione con Anna Maria Monteverdi, è ormai diventata un punto di riferimento per il teatro italiano, grazie anche ai vivaci forum e alla newsletter periodica. Fondata all’inizio del 2000, in quattro anni ha pubblicato – grazie a una fitta rete di collaboratori – oltre 1000 tra saggi, interviste, recensioni, notizie, inchieste, testimonianze di artisti, costruendo un ricco archivio sempre consultabile online e raccogliendo una parte della sua produzione nel volume Il meglio di ateatro 2000-2003, pubblicato da il principe costante Edizioni. Nei suoi 85 numeri, ha posto particolare attenzione al nuovo teatro, al rapporto tra la scena e i nuovi media (con la sezione “tnm”), all’economia e alla politica dello spettacolo. Con questa vocazione, www.ateatro.itha tra l’altro promosso e organizzato, nel novembre 2005 a Milano, l’affollato convegno sulle Buone Pratiche, a cura di Franco D’Ippolito, Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, incentrato sulle nuove forme organizzative, produttive e distributive delle nostre scene. A questo sito viene assegnato il Premio Hystrio – Altre Muse quale segno di attenzione non solo verso chi ha saputo fare un uso intelligente del web come alternativa agli spazi sempre più risicati che il teatro riesce a ritagliarsi sulla stampa, ma anche e soprattutto verso lo spirito indipendente, colto e provocatorio, militante e sperimentale con cui è riuscito a costruirsi uno luogo di dibattito vitale e costruttivo.

 

Premio Hystrio Provincia di Milano a Associazione Olinda ONLUS

premiohystrio_Prov_mi_OLINDA_Gian17“Da vicino nessuno è normale” compirà l’anno prossimo il suo primo decennio. La rassegna, nata nel 1997, ha ridato vita agli spazi dell’Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, riconvertendo alla cultura e alla socialità, grazie a un lavoro tenace e appassionato, un emblematico luogo di esclusione. Qualche cifra: 250 mila spettatori per 214 film, 97 spettacoli teatrali, 63 concerti e tante altre iniziative, dagli incontri in libreria ai tornei di calcio, dalla poesia agli spettacoli per bambini e al cabaret. Centinaia gli artisti ospitati: Antonio Albanese, Stefano Benni, Lella Costa, Alessandro Bergonzoni, la Banda Osiris, Ascanio Celestini, Laura Curino, Marco Paolini e Moni Ovadia, per citarne alcuni. La rassegna, ormai uno degli appuntamenti più significativi dell’estate lombarda, è però solo una (anche se la più importante) delle iniziative culturali comprese nei progetti promossi da Olinda, associazione di volontariato onlus, che si propone come obiettivo “l’inclusione sociale di persone con problemi psichici in un contesto ricco di scelte e di scambi in combinazione con progetti di rigenerazione urbana nella periferia nord-ovest di Milano”. A questa si aggiungono infatti, sul fronte degli appuntamenti a forte componente teatrale,Appunti partigianiMa sei fuori? e il laboratorio di teatro Manuale per costruire una città. All’Associazione Olinda viene assegnato quest’anno il Premio Hystrio-Provincia di Milano, destinato a una realtà operante sul territorio, per aver riabilitato e restituito alla città un’area dismessa della periferia nord e, più in generale, per aver dato un segno concreto di come, grazie anche al teatro, si possano ricostruire legami sociali nella frenetica, e troppo spesso distratta, quotidianità metropolitana.

 

Premio Hystrio – Alrecchino d’oro al gruppo A.T.I.R.

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Dieci anni orsono, in una Milano del Teatro più incline a ripetersi che a rinnovarsi, undici diplomati della Civica Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi e dell’Accademia di Brera decidevano di lavorare insieme per produrre, realizzare, distribuire spettacoli e organizzare eventi scenici. Cooperativa teatrale di fatto, priva di sostegni istituzionali e di mezzi, ma ricca di giovanili entusiasmi, autogestita in forma assembleare e rigorosamente indipendente, il giovane sodalizio si definisce giuridicamente Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca, ovvero A.T.I.R. Gli obiettivi sono essenziali: fare spettacoli attivando un polo dialettico fra classico e contemporaneo e promuovere incontri, progetti, rassegne, festival e dibattiti che esprimano l’esigenza di un costante rinnovamento della conoscenza teatrale.

premio_ARL_ORO_A.T.I.R_Anna11Diretta fin dalle origini da Serena Sinigaglia – prima inter pares nel gruppo – l’Atir in dieci anni di attività ha impresso scosse salutari al corpo impigrito del teatro: si sia trattato di rivisitazioni classiche come La storia di Eloisa e Abelardo o ilRomeo e Giulietta e il Re Lear di Shakespeare;Le Baccanti e Le Troiane da Euripide o la rivisitazione dei miti pre e post ideologici del Novecento, dal Che al 1968, fino alle proposte di nuovi autori come Fausto Paravidino per Natura morta in un fosso. La prima edizione del Premio Hystrio-Arlecchino d’oro, nato da un rapporto di collaborazione con l’omonimo festival mantovano, viene assegnato al gruppo Atir per aver smosso in profondità le acque stagnanti della nostra scena, attestazione di una vitale presenza del nuovo teatro e atto di speranza nel futuro.

 

Premio Hystrio alla Vocazione 2005

 

 

 

I vincitori

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Dopo aver esaminato, il 16, 17, 18 giugno al Teatro Litta di Milano, un gruppo di circa cento giovani attori provenienti dalle scuole di teatro istituzionali su territorio nazionale (tra queste Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Scuola del Piccolo Teatro, Scuola del Teatro Stabile di Genova, Scuola del Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni di Venezia, Civica Scuola d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, Accademia Silvio d’Amico, Scuola Nazionale di Cinema di Roma, Accademia del Teatro Bellini di Napoli, Accademia d’Arte drammatica della Calabria, Scuola del Teatro Biondo) e dalla pre-selezione, svoltasi il 26 e 27 maggio al Teatro Libero,la Giuria del Premio Hystrio alla Vocazione 2005 – Ugo Ronfani (presidente), Liselotte Agus, Marco Bernardi, Ferdinando Bruni, Fabrizio Caleffi, Gaetano Callegaro, Claudia Cannella, Monica Conti, Sergio Maifredi, Lamberto Puggelli, Andrea Taddei, Antonio Syxty – è giunta all’unanimità alle seguenti decisioni:

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Premio Hystrio alla Vocazione, sezione femminile, di 1.550 euro va a Ilaria Genatiempo, di Vercelli, diplomata all’Accademia Silvio d’Amico di Roma, che ha meritato l’attenzione unanime della Giuria per la raggiunta padronanza dei mezzi fonici, mimici e gestuali, al servizio di una spiccata sensibilità interpretativa che le ha consentito di dare vibrazioni moderne al Come tu mi vuoi di Pirandello e una carica di residuo, patetico vitalismo alla Winnie di Giorni felici di Beckett.

 

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Premio Hystrio alla Vocazione, sezione maschile, di 1.550 euro, è stato assegnato ex aequo a Woody Neri e a Mirko Rizzotto, residenti a Bologna, dove hanno frequentato entrambi la Scuola della compianta Alessandra Galante Garrone.

Affrontando West di Berkoff con convincente vitalismo, sul ring di un match immaginario; riproponendo con tocchi di ironia Il tabacco fa male di Cechov e scandendo su una ritmica trascinante la canzoneSway, il Neri ha dato prova di grandi risorse interpretative nel dominio di tutti i mezzi attoriali.

Gian8E il Rizzotto ha confermato a sua volta solide disposizioni a interpretare con intelligente e partecipata adesione un Ruzante di vitale realismo, un Pirandello di aggiornate situazioni esistenziali e un pensoso testo poetico di Buttitta rivolto alla madre di un soldato tedesco.

 

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La Borsa di studio Gianni Agus, di 1.550 euro – giunta alla sua decima edizione e istituita dai familiari in ricordo del grande attore – va a Francesca Epifani, aspirante attrice ventenne di Brindisi avviata al palcoscenico dalla madre, regista di un gruppo amatoriale locale, per aver dimostrato istintive, fresche e versatili attitudini alla recitazione in diverse situazioni sceniche, affrontate con varianti personali: prima con una canzone trascinante da Chorus line, poi con una Mirandolina goldoniana di immediata comunicativa e infine con una Lady Macbeth di corruschi contrasti psicologici.

 

Segnalati infine Marco Grossi, di Bari, diplomato alla Silvio d’Amico di Roma, che ha dimostrato professionalità e invenzione con contaminazioni tra la tragedia classica e la Commedia dell’Arte e rivisitando senza stereotipi Pirandello; Giorgio Sangati, di Padova, proveniente dalla Scuola del Piccolo, che ha dato personali e vibranti interpretazioni al Risveglio di primavera di Wedekind e al pacifismo critico del Kraus di Gli ultimi giorni dell’umanità, e Rosanna Sparapano, di Milano ma nata a Kinshasa (Congo), che ha fornito una prova di ottima dizione, di duttilità interpretativa e di doti canore passando da Aristofane a Wesker.