Le motivazioni 2010

Premio Hystrio alla regia 2010 a Emma Dante

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Un premio, quello assegnato a Emma Dante, che vuole riconoscere un percorso artistico folgorante, culminato quest’anno con quella Carmen scaligera che ha dato stimoli nuovi anche al mondo della lirica. Personalità poliedrica – regista, attrice, drammaturga, romanziera – Emma Dante è da considerare l’artista che nell’ultimo, rugginoso decennio, più ha saputo leggere con sensibilità personalissima l’inquietudine, il tormento e la spietatezza del mondo contemporaneo. Prova ne sono anche Le Pulle, lavoro arrivato dopo una serie di straordinari e incandescenti spettacoli, damPalermu a Carnezzeria Vita mia, senza dimenticare MedeaLa scimiaMishelle di Sant’Oliva,Cani di bancata e Il festino. La forza e la novità del creare di Emma Dante, sacerdotessa e compagna di viaggio di una “generazione ferita”, sta in quell’onda d’urto emotiva che talvolta sembra rasentare la ferocia, ma che nasce da un autentico sentire poetico e morale. Onda che trattiene in sé pathos, dolore, rabbia, sarcasmo, ma anche furente gioia di vivere e di consumare bellezza. Onda che ha colpito un pubblico, negli anni sempre più vasto, conquistato da quel suo saper elaborare una partitura drammaturgica dove tutto è profondamente materico e carnale.

 

Premio Hystrio-Teatro Festival Mantova 2010 a Filippo Timi

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Perugino doc e nuovo testimonial della città, Filippo Timi è personaggio spettacolare a tutto tondo: passa con disinvoltura dall’ardua comunicazione privata all’eloquenza pubblica, si autopresenta per frammenti sincopati e subito legge Dante come se avesse scritto lui laDivina Commedia. È poeta nella vita, romanziere originale, Amleto originalissimo sulla scena, Mussolini “umano troppo umano” sul grande schermo. È abituato a Vincere con la regia di Bellocchio (ma anche con quelle di Ozpetek, Montaldo, Salvatores e altri) e ad allestire spettacoli memorabili a teatro. A Filippo Timi, formatosi con il Ronconi della Valdoca e con Bob Wilson, affermatosi con il romanzo Tuttalpiù muoio e poi con E lasciamole cadere queste stelle e Peggio che diventare famoso, premiato con l’Ubu e candidato ai David di Donatello, autore con Stefania De Santis de Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche nel 2009, tragedia ridicola del Principe di Danimarca, figura sempre sorprendente con il culto dell’Inatteso, va dunque il Premio Hystrio-Teatro Festival Mantova. L’ardua stagione dell’omologazione trova in lui un competitorvalidissimo, un’alternativa palese, un artista pienamente contemporaneo.

 

Premio Hystrio alla drammaturgia 2010 a Saverio La Ruina

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Saverio La Ruina commuove con lo sguardo che appena sfiora la platea. Oppure inquieta muovendo lieve la testa, prima di irretire con un tic nervoso. E questo perché è un grande attore. Ma, dietro quello sguardo, quella testa, quel tic nervoso, scorrono parole che rimangono sotto la pelle e non se ne vanno, che ci si porta a casa un po’ a disagio, fosse solo perché non si è più capaci di ripeterle. In un teatro che troppo spesso scavalca le parole perché incapace di usarle, testi come Dissonorata o La Borto ricordano invece quanto la bellezza della scena passi ancora dal linguaggio, dalla comunicazione verbale. Da La stanza della memoria alla trilogia calabro-scespiriana dedicata a Otello e Amleto, Saverio La Ruina, autore, regista e interprete degli spettacoli realizzati dalla compagnia Scena Verticale, da lui fondata a Castrovillari insieme a Dario De Luca, insegna a non impigrirsi di fronte alla superficialità delle grammatiche contemporanee, sotto e sopra il palcoscenico. A scavare nella ricchezza nascosta della strada, dei dialetti come delle letterature. Con un’eleganza formale capace di piegarsi all’invettiva come alla chiacchiera da bar, al gioco dell’ironia come alla delicatezza di certe passioni colme d’umiltà. E improvvisamente, anche le vicende più dure parlano la lingua della poesia. A lui un meritatissimo Premio Hystrio alla drammaturgia.

 

Premio Hystrio all’interpretazione 2010 a Maria Paiato

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Attrice versatile e di forte temperamento, capace di passare dalla tragedia classica al più arduo autore contemporaneo con grande autorevolezza, Maria Paiato è una delle più apprezzate protagoniste della scena italiana contemporanea. Un’artista in grado di infondere verità e concretezza a ogni personaggio affrontato, a ogni testo che ha avuto occasione di incontrare sotto la guida dei registi più interessanti del nostro teatro. Lo ha dimostrato in Ritter Dene Voss di Thomas Bernhard e ne Il silenzio dei comunisti firmato da Ronconi, in Un cuore semplice, dove era la misera e mirabile Félicité del racconto di Flaubert, e in Quattro atti profani di Antonio Tarantino, ancora ne L’intervista di Natalia Ginzburg o ne La Maria Zanella di Sergio Pierattini fino al recentissimo Precarie età di Maurizio Donadoni. E sono solo alcune delle sue moltissime prove, perché l’artista veneta da sempre coltiva la spregiudicata golosità di esperienze eterogenee. Per questa sua costante ricerca di personaggi sempre diversi e non facili da interpretare, ma anche per la sua onestà intellettuale e la fiducia nel valore di un teatro che evita avanguardismi di facciata, a Maria Paiato va il Premio Hystrio all’interpretazione.

 

Premio Hystrio-Castel dei Mondi 2010 a Teatro Sotterraneo

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Capofila della nuova generazione teatrale, Teatro Sotterraneo nasce nel 2004 a Firenze dall’incontro di quattro performer (Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri) e un dramaturg (Daniele Villa), adottando, fin dall’esordio con 11/10 in apnea, una felice modalità collettiva, poco praticata in Italia, in cui i cinque componenti del gruppo si mettono in gioco senza distinzioni di ruolo. Nell’arco di soli sei anni Teatro Sotterraneo si misura con produzioni rivolte all’infanzia, performance di breve formato e spettacoli di più ampio respiro, rivelandosi capace di rinnovare la scena grazie a un linguaggio in cui si intrecciano rigore formale e gusto dello sberleffo. Da Post-it a La Cosa 1, fino al dittico composto da Dies Irae e L’origine delle specie, Teatro Sotterraneo ha indagato con caparbietà e leggerezza il tema della fine, sia del singolo che della società occidentale, avvicinando a problematiche complesse pubblici diversi per età e formazione grazie a una pratica scenica che riesce a coniugare profondità e accessibilità. Così il collettivo fiorentino, a cui va il nuovo Premio Hystrio-Castel dei Mondi destinato a una giovane compagnia, non smette di interrogare il presente con spirito caustico, insinuandosi in formati pop per innescarvi inedite linee di fuga costantemente in bilico tra affresco epico e ritratto generazionale.

 

Premio Hystrio-altre muse 2010 a Punta Corsara/Scampia

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Promosso dalla Fondazione Campania dei Festival e nato nel 2007 sotto la direzione artistica di Marco Martinelli e organizzativa di Debora Pietrobono, Punta Corsara è il progetto più coraggioso del panorama teatrale italiano di questi ultimi anni. Il gruppo di lavoro che si è creato intorno ai due direttori, che oggi hanno passato il testimone a Emanuele Valenti e Marina Dammacco, ha infatti saputo crescere e resistere giorno per giorno, realizzando quella che per molti era una mission impossible: mettere insieme attività teatrale, formazione professionale e rapporto con un territorio di aspra difficoltà. Luogo di incontro di queste attività è l’Auditorium di Scampia, in passato per lo più inutilizzato, oggi sottratto all’incuria e restituito – proprio grazie a Punta Corsara e alla granitica volontà di coloro che la animano – alla sua funzione naturale e, soprattutto, al quartiere che lo ospita e ai suoi abitanti. Parte fondamentale del progetto è infatti la ristrutturazione (ancora in corso e non priva di difficoltà) di questo spazio, con l’idea ostinata di stare nei luoghi, parlare alla gente comune e alla società civile così come agli “addetti ai lavori”, lasciando che sia il territorio stesso a restituire il proprio racconto.

 

Premio Hystrio-Provincia di Milano 2010 a If Festival – Teatro del Buratto

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IF, il Festival internazionale teatro di immagine e di figura organizzato dal Teatro del Buratto, è una rassegna giovane ma già grande. Proponendo le eccellenze della scena italiana e internazionale con un giusto bilanciamento tra scelte popolari e raffinate, in sole tre edizioni IF ha fatto scoprire al pubblico milanese il teatro di figura nelle sue molteplici e spesso sorprendenti declinazioni. Diviso in due sezioni – una rivolta a spettatori di tutte le età, l’altra ai bambini –, il festival valorizza la commistione tra il teatro e gli altri linguaggi artistici (musica, danza, arte, video, performance, installazione), presentando le tecniche e i temi più vari grazie ad artisti divenuti rapidamente di culto come i Familie Flöz e Neville Tranter, protagonisti di spettacoli che hanno la capacità di coinvolgere, divertire, emozionare e, soprattutto, stupire per bellezza, originalità e inventiva. A IF viene assegnato il Premio Hystrio-Provincia di Milano, destinato a una realtà operante sul territorio, per aver creato un festival inedito per la città che, per la varietà e la qualità delle proposte, ha saputo rapidamente conquistarsi un pubblico affezionato e partecipe, divenendo un appuntamento imperdibile non solo per gli appassionati del teatro di figura.